Teatro

Il berretto a sonagli

Un testo amarissimo, comico e crudele, specchio di una società “malata di menzogna”. Dal 1° al 13 marzo, al Teatro Strehler, Gabriele Lavia interpreta l’umile scrivano Ciampa nella commedia scritta da Pirandello nel 1916 e primo esempio radicale di teatro italiano “espressionista”.

Gabriele Lavia – qui insieme a Federica di Martino – è una delle voci più appassionate ed efficaci del teatro del Nobel siciliano. Ciampa, umile scrivano che ricorre alla follia per mantenere la facciata di rispettabilità del suo triste matrimonio, è il primo dei grandi personaggi pirandelliani a prendersi un’amara rivincita dalle umiliazioni di una vita.

Il berretto a sonagli fu scritto da Luigi Pirandello nel 1916, in siciliano, per il grande Angelo Musco, cui la commedia non piaceva e con la quale non ebbe successo: la regia di quel primo allestimento era di Nino Martoglio. Poi Pirandello la tradusse in italiano. «Non c’è dubbio – dichiara Lavia – che in siciliano questa “commedia nerissima” sia più viva e lancinante. Noi faremo una mescolanza tra la “prima” e la “seconda” versione di questo “specchio” di una umanità che fonda la sua convivenza “civile” sulla menzogna. Il berretto a sonagli è il primo esempio di teatro italiano “espressionista” amarissimo, comicissimo e crudele, un espressionismo feroce che vuole rappresentare una società “malata di menzogna”. La verità non può trovare casa nella “società umana”; solo un pazzo può dirla… Ma tanto, si sa “…è pazzo!”. Così la signora Beatrice Fiorica ha svelato la verità e ora “deve” civilmente, socialmente, essere pazza».