Mostre

Amo il teatro perché amo la vita

Dal 4 novembre 2021 al 31 maggio 2022

La mostra per i 100 anni di Giorgio Strehler 

All’interno dell’iniziativa cittadina “Strehler e i palcoscenici milanesi”, il Piccolo presenta “Amo il teatro perché amo la vita”, una mostra allestita nelle sue tre sale e realizzata in collaborazione con Fondazione Corriere della Sera. Il Piccolo Teatro apre i propri archivi e depositi per raccontare al pubblico il lavoro di Giorgio Strehler.
L’ idea dell’allestimento è creare uno spazio dove distribuire diversi ed eterogenei materiali come se essi fossero “in transito” da un luogo all’altro del teatro, per il montaggio o lo smontaggio degli spettacoli, appoggiati provvisoriamente in attesa di un loro utilizzo non meglio definito: è un riporre che implica uno spostamento, un’azione che libera i materiali di scena per metterli di nuovo a disposizione. Il risultato è qualcosa che starà allo spettatore scegliere e ricomporre nella propria memoria.
Obiettivo dell’esposizione è sottolineare la componente umana e pragmatica, la disciplina del lavoro quotidianamente applicata nella continua collaborazione tra il regista e le maestranze del suo teatro. Intuìto e immaginato da Strehler, lo spettacolo prende vita grazie a una concatenazione di fasi artigianali che producono le scene, i costumi, gli oggetti che il pubblico vede e che di quell’idea poetica costituiscono l’incarnazione.

Strehler concepisce il Piccolo come una realtà produttiva, una comunità di persone coinvolte nella creazione di un progetto condiviso, cui tutti concorrono in base alle specifiche professionalità, in un percorso di progressivo perfezionamento rappresentato dalle prove. Nei foyer dei tre teatri – Strehler, Grassi e Studio Melato – dieci isole espositive raccontano questo metodo di lavoro attraverso alcuni spettacoli particolarmente significativi nella produzione strehleriana.
Ogni isola è arredata e delimitata da pannelli decorati con fotografie e riproduzioni di manifesti, bozzetti e figurini relativi allo spettacolo analizzato; lo spazio individuato dai pannelli è abitato da elementi materici, dai costumi a oggetti di grande e piccola attrezzeria, oltre a tavoli occupati da vari documenti di natura archivistica (tra cui note di regia, lettere, copioni, disegni tecnici degli scenografi, ordini del giorno e di servizio), offerti alla libera consultazione del pubblico.
A cura della Fondazione Corriere della Sera, una selezione di riproduzioni di pagine di quotidiani dell’epoca completa l’informazione presentata al visitatore: è possibile addentrarsi nella lettura non solo di recensioni, ma anche di articoli di cronaca e di costume che sottolineano quanto Strehler fosse un artista continuamente in dialogo con il proprio tempo e con la Storia.

Scendendo nel dettaglio dei materiali esposti, al Teatro Strehler il pubblico può muoversi tra i foyer di platea, balconata e ingresso, attraversando le isole dedicate a cinque spettacoli, L’anima buona di Sezuan di Bertolt Brecht, Il giardino dei ciliegi di Anton Čechov, I giganti della montagna di Luigi Pirandello, Le balcon di Jean Genet, oltre all’incompiuto Così fan tutte.
Nella tromba delle scale, un’installazione con altri elementi di scena, gigantografie e proiezioni arricchisce per suggestioni il racconto.

Al Teatro Grassi si narrano la scoperta della vocazione teatrale in Giorgio Strehler, il suo profondo amore per Milano che, congiunto al sogno di fondare un nuovo teatro, lo porta, insieme a Paolo Grassi, a dar vita, in via Rovello, al Piccolo Teatro di Milano. L’inaugurazione della nuova sala con L’albergo dei poveri lascia necessariamente spazio ad Arlecchino servitore di due padroni di Carlo Goldoni, la più longeva delle regie strehleriane, che, proprio in quella sala, debuttò sempre nel 1947, nel corso della prima stagione di vita della neonata istituzione. Un focus è dedicato a Bertolt Brecht, con Vita di Galileo e L’opera da tre soldi. Una teatrografia del regista completa l’informazione sulla sua attività.

Al Teatro Studio Melato, la scelta è caduta su Elvira o la passione teatrale – l’omaggio di Strehler al maestro Louis Jouvet e, in generale, al Teatro – spettacolo che inaugurò, nel 1986, quella stessa sala riqualificata. Gli allestimenti potranno essere intercambiabili tra un periodo e l’altro di quest’anno dedicato al centenario strehleriano, con dei veri e propri “cambi di scena” pensati per offrire un più esaustivo percorso di esplorazione della sterminata produzione artistica di Giorgio Strehler.

info: https://www.piccoloteatro.org/it/