Milano ricorda il giornalista Giuseppe Fava, vittima della mafia, con una mostra e tre incontri
Giuseppe Fava
Oltre il giornalismo
un progetto a cura di Massimiliano Scuriatti
e della Fondazione Giuseppe Fava
Il 16 aprile alle ore 18.00 alla Sala del Grechetto l’inaugurazione della mostra La pittura come documento e denuncia apre il programma di iniziative dedicate a Giuseppe Fava.
Nato a Palazzolo Acreide (SR) il 15 settembre 1925 e morto a Catania il 5 gennaio 1984, assassinato dalla mafia, Giuseppe Fava fu giornalista, scrittore, drammaturgo, saggista e pittore. La serie di eventi a lui dedicati intende offrire un ritratto completo di ciò che Fava ha rappresentato rispetto alla cultura italiana degli ultimi cinquant’anni. Per la sua incessante ricerca delle cause alla base dei più biechi comportamenti umani, Giuseppe Fava ha infatti utilizzato non soltanto la carta stampata, da grande giornalista qual era, ma anche ogni altra forma di comunicazione possibile: la pittura, il teatro, la narrativa, il cinema, la televisione, la radio. Una prolifica produzione, di grande valore artistico e intellettuale, espressa in diversi linguaggi, sebbene uniti da un unico intento, praticati tutti in modo assiduo e consapevole, in parallelo con l’altrettanto incessante attività di cronista.
Un percorso volto a diffondere una conoscenza totale e approfondita del Giornalista, dell’Artista, dell’Intellettuale, dell’Uomo Giuseppe Fava.
L’evento è stato ideato e curato da Massimiliano Scuriatti e realizzato dalla Biblioteca Centrale in collaborazione con la Fondazione Giuseppe Fava, in ricordo di Elena Fava.
LA MOSTRA
Curata da Giovanna Mori, la mostra La pittura come documento e denuncia intende indagare e divulgare l’attività artistica del giornalista siciliano che utilizzò il mezzo pittorico, incisorio e grafico come strumento di comunicazione e di denuncia sociale. Le sue colte riflessioni sull’arte e la sua non comune personalità lo portarono ad elaborare un proprio linguaggio artistico tagliente, incisivo ed autentico.
La mostra raccoglie e presenta circa 60 opere, tra dipinti ad olio, incisioni e disegni realizzati lungo un arco di tempo che corre dalla fine degli anni Cinquanta ai primi anni Ottanta
Una potenza cromatica ed una forza espressiva vigorosa animano le tele degli anni Sessanta: figure disposte su un ravvicinato primo piano si stagliano contro case addossate e chiese barocche. È la Sicilia con i suoi abitanti, le sue architetture e le sue piaghe profonde quella che Fava mette in campo. La descriverà con il suo occhio di giornalista, indagatore e preciso, ma anche con quel senso di appartenenza che lo condurrà a cogliere, di questa terra ferita, una recondita bellezza.
Tra le pitture del primo periodo se ne distinguono alcune dove si attenua il tono pacato del racconto e si acuisce l’incisività della denuncia. Sono della metà degli anni Sessanta Studio sul dolore, La vendetta e Posa per un mafioso: evidente in tutte il desiderio di descrivere l’oppressione di una mafia sempre più aggressiva e brutale. Studio sul dolore, scelto come icona della mostra, è una crocifissione moderna, un supplizio dei nostri tempi che ci conduce, con quel sorprendente primo piano privo di scenografia, nel dolore estremo di chi subisce una violenza e nella disperazione di chi resta.
Negli anni Ottanta il desiderio di Fava di fare della pittura uno strumento di denuncia sociale si combina e si arricchisce nell’analisi delle fonti portandolo ad elaborare un’iconografia talvolta allegorica: la distribuzione di volti in uno spazio compresso diventa una sorta di cifra stilistica che l’artista utilizzerà anche nella sua vasta produzione incisoria e grafica. Volti brutti, minacciosi, sgradevoli per parlare di malaffare e corruzione ed in alcune tele del 1980 e 1981 il pittore per descrivere le miserie dell’animo umano si avvale di riferimenti al repertorio iconografico enigmatico, surreale e macabro di Hieronymus Bosch.
Presenti in mostra molte acqueforti, tecnica a cui l’autore si dedicò dal 1975 e che gli permise di elaborare soggetti e trattare tematiche che avrebbero contribuito a raccontare la sua isola: Cerimonia patriottica, La consegna delle case popolari, Il fatto di cronaca ed altri ancora sono scorci efficaci ed autentici sulla Sicilia sofferente ed offesa, sulle sue speranze trasformate quasi sempre in illusioni.
L’opera grafica si distingue poi per la verve provocatoria e pungente con cui il pittore deride la figura del mafioso, raffigurato in alcuni disegni goffo, ottuso e grossolano, consapevole di quanto lo scherno fosse inviso ed aborrito dai malavitosi. Altri disegni evidenziano invece il desiderio dell’artista di fermare sulla carta un volto, l’emozione di un attimo, un’espressione fugace.
Fava costruisce racconti e porta avanti denunce anche con la pittura e lo fa con il coraggio degli uomini onesti. Nello stesso tempo scrive inchieste, romanzi, opere teatrali e continua a fare il suo mestiere di giornalista. Nel 1982, dopo avere assunto il ruolo di direttore del Giornale del Sud, dal quale verrà licenziato per il tono graffiante dei suoi articoli che non contemplava compromessi, fonda il mensile I Siciliani, che da subito farà della ricerca della verità il suo unico fine.
La mostra è un’occasione per cogliere ed apprezzare la poliedricità di Giuseppe Fava, il suo muoversi con efficacia su vari ambiti espressivi strettamente integrati fra loro poiché uniti dal medesimo intento: osservare per raccontare con sguardo lucido e senza timore.
All’interno dell’esposizione una zona sarà dedicata alla proiezione a ciclo continuo di spezzoni della serie I Siciliani , realizzata nel 1980 con regia di Vittorio Sindoni e sceneggiatura di Giuseppe Fava, e nelle teche, dislocate lungo il percorso, verranno esposti i preziosi materiali d’archivio – disegni e bozzetti, articoli originali, copie di giornale, dattiloscritti e copioni delle opere teatrali e di narrativa, fotografie – finalizzati a testimoniare l’incessante attività creativa e documentaria dello scrittore/artista .
La mostra mette in luce un tratto meno conosciuto della personalità dello scrittore, impegnato nell’indagine delle dinamiche sociali del suo tempo, e svela il motivo ispiratore della sua arte: il desiderio di verità combinato all’urgente necessità di raccontare fatti e descrivere stati d’animo. Lo spessore umano di Giuseppe Fava potrebbe contribuire, oggi più che mai, a rivitalizzare gli ideali del nostro tempo.
La pittura come documento e denuncia
Inaugurazione: 16 aprile 2019, ore 18.00
Biblioteca Sormani – Sala del Grechetto
Via Francesco Sforza, 7 Milano
Galleria delle immagini https://www.flickr.com/photos/151724026@N05/albums/72157679789296368
Dal 17 aprile all’8 giugno 2019
Biblioteca Sormani
Scalone monumentale
Via Francesco Sforza, 7 Milano
Lunedì – Venerdì 15.00 – 19.00
Sabato 9.00-12.30. Chiuso Domenica e festivi.
Ingresso libero
www.milano.biblioteche.it sezione eventi
info: Ufficio Conservazione e Valorizzazione Raccolte Storiche tel. 0288463372
c.salagrechetto@comune.milano.it
#lemostredipalazzosormani
GLI INCONTRI
Il progetto Giuseppe Fava. Oltre il giornalismo propone, oltre alla mostra, tre incontri dedicati ad approfondire gli ambiti di espressione della poliedrica attività dello scrittore siciliano.
Giovedì 16 maggio 2019 ore 17:30 – Biblioteca Sormani – Sala del Grechetto
Giuseppe Fava: Cronaca di un uomo libero
L’incontro propone riflessioni sui vari aspetti della poliedrica attività di Giuseppe Fava. Per Fava Giornalista interverranno Claudio Fava e Antonio Roccuzzo; per Fava Drammaturgo Massimiliano Scuriatti; per Fava Pittore Giovanna Mori (curatrice della mostra e autrice di una pregevole monografia su Fava pittore appena pubblicata dalla Fondazione Fava già in libreria e che sarà possibile acquistare presso la sede espositiva nei giorni 16 aprile, 16 maggio e 21 maggio). Per Fava sullo schermo interverrà Vittorio Sindoni, mentre Nando Dalla Chiesa si soffermerà sulla poliedricità di Fava. In chiusura Maria Teresa Ciancio, presidente della Fondazione, parlerà su La Fondazione Giuseppe Fava dal 2002 ad oggi.
Martedì 21 maggio 2019 ore 18:00 – Biblioteca Sormani – Sala del Grechetto
La verità recitata
Presentazione del secondo volume della raccolta teatrale di Giuseppe Fava (Edizioni Bietti, Milano) con Massimiliano Scuriatti, curatore del volume, Giuseppe M. Andreozzi responsabile dell’archivio di Giuseppe Fava e Raffaella Di Rosa, giornalista.
Giovedì 23 maggio 2019 ore 16:00
Anteo Palazzo del Cinema Piazza Venticinque Aprile, 8 Milano
Prima che vi uccidano – Il cinema di Giuseppe Fava
Proiezione de I SICILIANI (regia di Vittorio Sindoni, da e con Giuseppe Fava, musica di Riz Ortolani) e di altri film.
Interverranno Giuseppe Spina di Nomadica, circuito per le arti e il cinema di ricerca; Vittorio Sindoni, regista; Massimiliano Scuriatti, curatore dell’evento Giuseppe Fava. Oltre il Giornalismo; Francesca Andreozzi, vicepresidente della Fondazione Giuseppe Fava e Raffaella Di Rosa, giornalista.
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